L’importanza della stagionalità

Alla base della cerimonia del tè fin da tempi molto antichi ci sono sempre stati due concetti essenziali:

  • Armonia tra Uomo e Natura
  • Interconnessione spirituale tra Persone e Oggetti

Questi concetti si sono sviluppati attraverso il tempo e l’influsso dato dal susseguirsi di varie religioni che li hanno arricchiti sia dal punto di vista tecnico che da quello spirituale.

Ad oggi sono rimasti due capisaldi della Cerimonia del Tè in tutte le culture asiatiche e possiamo dire che, mai come adesso, sia importante riuscire a mantenerci uniti alla Natura senza viverla come qualcosa di esterno e quasi di un po’ “minaccioso”.
La maggioranza delle persone vive vite frenetiche in grandi città e non ha né la possibilità, né il tempo di rendersi conto dei cambiamenti che avvengono intorno a loro. Non si rendono conto quando è che gli alberi da frutto mettono le prime gemme, quando è che gli uccelli depongono le uova, quali sono le verdure che si mangiano in estate e quelle che si mangiano in inverno…
E’ diventato normale avere a disposizione frutta esotica e frutta estiva anche in inverno grazie all’importazione e fiori freschi in ogni stagione, grazie a forzature e serre riscaldate.

Nel processo della ricerca di Armonia tra Uomo e Natura, all’interno dello studio della cerimonia del tè, non può dunque mancare un’attenzione molto forte verso la stagionalità di fiori, animali, cibo, oggetti, materiali, festività.
Quando ho cominciato lo studio della cerimonia del tè, una delle cose che mi sorprese di più fu proprio l’attenzione estrema data alla stagionalità: non si trattava solamente di usare una tazza alta e stretta in inverno per mantenere il calore e una tazza bassa e larga in estate per far disperdere calore, ma si tratta piuttosto di un’attenzione quasi “maniacale” anche ai disegni degli utensili che, in base al tipo di fiore o di simbolo, vengono usati per soli quindici o massimo trenta giorni l’anno.

In questa ricerca della stagionalità la scuola Omotesenke è solitamente molto più attenta al dettaglio, mentre la scuola Urasenke è fedele alla stagionalità nelle composizioni floreali e nei dolci, ma più liberale per quanto riguarda gli oggetti, facendo quasi solamente distinzioni tra oggetti estivi ed invernali.

Una nostra allieva che prepara il tè in Aprile
con lo “scaffale” tabidansu e il ro.

La ricerca “estrema” della stagionalità è abbastanza complicata per gli allievi Omotesenke alle prime armi ed è molto interessante per gli allievi Urasenke che potrebbero non essere a conoscenza di tutte le sfumature date ai particolari della stagionalità di ogni mese, quindi ho deciso di partire presto con una rubrica mensile dedicata proprio a questo argomento.

A presto, dunque!

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